In questi giorni ho letto l’abstract dell’articolo “La lode per l’intelligenza può minare la motivazione e le prestazioni dei bambini” scritto da Mueller, CM, e Dweck, CS. e pubblicato in APA (American Psychological Association).
Con chiarezza le autrici superando l’antico dilemma se intelligenti si nasce o si diventa rivelano che ognuno può sviluppare una mentalità dinamica curando ogni giorno due aspetti fondamentali: l’apprendimento e le relazioni.
Si ritiene che la lode per le abilità abbia effetti benefici sulla motivazione.
Contrariamente a questa credenza popolare, sei studi hanno dimostrato che la lode per l’intelligenza ha avuto conseguenze più negative per la motivazione del rendimento degli studenti che l’elogio per lo sforzo.
I bambini elogiati per l’intelligenza sono stati trovati a preoccuparsi di più sugli obiettivi di rendimento e apprendimento rispetto ai bambini elogiati per lo sforzo.
Negli studi emerge inoltre che i bambini elogiati per il rendimento, dopo un insuccesso, hanno dimostrato meno persistenza e divertimento nelle attività, carenza nelle abilità rispetto a quelle dei bambini elogiati per lo sforzo.
Queste scoperte hanno importanti implicazioni sul modo migliore di incoraggiare i risultati, così come per questioni più teoriche, come il costo potenziale degli obiettivi di rendimento e la socializzazione dell’autostima contingente.
In allegato la conferenza integrale della Dweck “La forza del credere del poter migliorare” su TED talks.
Mueller, CM, e Dweck, CS (1998).
Journal of Personality and Social Psychology, 75 (1), 33-52.
Pubblicato il 11/03/2018 alle ore 17:46