Negli ultimi dieci anni le neuroscienze hanno osservato che le caratteristiche che determinano il successo scolastico non sono rigidamente programmate e immutabili ma in continua evoluzione.
Le funzioni esecutive coinvolte nel controllo del comportamento possono dunque essere influenzate e orientate verso uno sviluppo cognitivo personalizzato.
L’ambiente scolastico e familiare sono considerati responsabili dei processi educativi poiché possono favorire oppure ostacolare il pieno sviluppo delle risorse personali e quindi l’espressione delle potenzialità innate.
Tutti gli individui sono dotati di talento ma non sempre esso è riconosciuto e evidenziato a livello formale dai curriculi (Csikszentnihalyi et.al. 1993).
Riconoscere un talento significa saper scorgere qualità diverse (movimento, empatia, acutezza visiva ecc.) rispetto a quelle osservate dai tradizionali test d'intelligenza (Gardner 1983).
Oggi si ritiene che senza “genitori dediti, insegnanti e mentori di esperienze, buone scuole e opportunità che stimolino l’espressione delle doti” per i giovani sarà difficile persistere nella dura disciplina che lo sviluppo del talento richiede.
Ogni soggetto per coltivare il proprio talento avrà bisogno di allenare a scuola:
La scuola può avvalersi di programmi appropriati per sensibilizzare i giovani alla valorizzazione del potenziale soggettivo sulla base del quale orientarsi verso il futuro.
Fonti:
Mente & Cervello, settembre 2013.
Frydemberg E., (2000) Far fronte alle difficoltà, ITER O.S Giunti Firenze.
Photo by Enrique Vidal Flores on Unsplash
Pubblicato il 26/03/2017 alle ore 20:03